Graziano Fiore
28 lug 2024

Graziano Fiore

Si era già al 28 luglio, al terzo giorno dallo sgambetto regio al fido compagno di venti anni.

In corteo la folla, formata in gran parte di studenti e giovani operai, percorse le vie cittadine per recarsi incontro ai compagni di lotta e di fede, che, come era stato assicurato, sarebbero usciti in giornata dal carcere; ma nei pressi della federazione fascista, in via Niccolò dall’Arca, ripetute scariche di fucileria sbandarono i dimostranti, lasciando sul suolo esanimi ben ventitre giovani vite, oltre a più decine di feriti.

D’ordine delle locali autorità, in virtù del proclamato stato d’assedio, ogni dimostrazione era vietata; perseguibili penalmente erano pertanto i dimostranti, considerati quasi rivoltosi o fomentatori di disordini ; encomiata era l’opera della polizia per l’energia con cui aveva ordinato alla truppa di tirare contro la popolazione inerme…

Il che non ha bisogno di commento: si commenta da sé! Lo zelo delle autorità locali nell’eseguir gli ordini diramati dal centro era pari all’animo spregiudicato e aggressivo delle forze di reazione, donde quegli ordini partivano.

(…) Pegno della nuova e più profonda scissura che si scavava tra i Savoia e il paese era il sangue di vittime innocenti, di giovinetti stroncati nel loro primo slancio alla vita, di padri barbaramente tolti alle proprie creature. Valga per tutti ricordare i nomi purissimi di Graziano Fiore e Fausto Buono, non ancora ventenni, di Giuseppe Gurrado, del cui affetto venivano privati e la moglie e i figli ancor fanciulletti. I lor nomi, i nomi degli altri tutti son nei nostri petti pegno perenne della lotta che dobbiamo condurre senza esitazione fino al termine, fino alla piena affermazione dei nostri e dei loro ideali. (…) Non vi sarà pace nel mondo, finché sopravviveranno, subdolamente operando all’interno e all’esterno in nome di più angusti interessi, forze che all’instaurazione e inveramento di quei principii tenacemente contrasteranno. Son le forze coteste che abbiamo già chiaramente individuate. Di fronte alla loro non piegherà la nostra volontà: è il giuramento che ci lega a tutti i caduti per la libertà e qui, in Bari, ai morti del 28 luglio.